Nei mesi scorsi Confindustria ha presentato un documento sulle necessità infrastrutturale della provincia, il quale è stato illustrato da Ance La Spezia in un numero speciale della rivista AEdificando e presentato anche sui social.
Le proposte confindustriali si fondano su due presupposti, quali: la necessità di una visione d’insieme e non circoscritta alle singole amministrazioni comunali e ,quella più importante, che un ammodernamento infrastrutturale è indispensabile per lo sviluppo sociale dell’intero comprensorio spezzino.
Le difficoltà di accesso alla città capoluogo che si riscontrano in queste settimane a seguito dei necessari interventi di messa in sicurezza del raccordo autostradale Santo Stefano – La Spezia sono la prova plastica della fondatezza della posizione di Confindustria La Spezia.
Infatti, i rallentamenti che si registrano sul raccordo autostradale hanno ripercussioni su tutta la viabilità sia statale che provinciale che collega la Spezia alla Val di Magra e anche alla Val di Vara.
Riguardo alle proposte, il sistema confindustriale è stato accusato di volere cementificare il territorio.
Nulla di più infondato.
La sensibilità ambientale è patrimonio di tutti.
Tutti, imprenditori compresi, sanno perfettamente che l’ammodernamento e l’adeguamento del territorio alle mutate esigenze della collettività deve essere effettuato tenendo ben presenti le implicazioni ambientali, le quali però devono tener di conto anche dell’inquinamento che si genera dai rallentamenti dei flussi di traffico veicolare e, peggio, dal suo blocco, partendo dal presupposto che per molti anni il trasporto su gomma sarà insostituibile.
Pertanto, pur partendo dai danni e le maggiorazioni di costo che queste difficoltà generano nel mondo produttivo, non ci siamo limitati alla mera veduta imprenditoriale.
La nostra provincia nel prossimo decennio ha dei margini di crescita economica, sociale e culturale notevolissimi, i quali potranno creare quel contesto favorevole che porti i nostri giovani a non avere la necessità di abbandonare la provincia e ad avere anzi la condizione opposta di diventare una realtà nella quale venire a vivere e a lavorare.
Riteniamo che si debba aprire un dibattito serio, al quale si debba partecipare, noi per primi, avendo la capacità di avere una visione d’insieme e prospettica e affrontare le sfide che ci attendono sulla base di un confronto svincolato da condizionamenti ideologici o basato su slogan.
Noi ci siamo. Siamo pronti a confrontarci e a fornire il nostro contributo di idee ed esperienze.